Luca Montanari e Andrea Lanfri insieme per l’Everest.

Luca Montanari Guida Alpina Everest

Guida Alpina, Expedition Leader e sport mental coach, Luca Montanari sarà il compagno di cordata di Andrea Lanfri durante la salita all’Everest. Dal 2007 ad oggi, Luca ha salito oltre 20 cime tra i 6000 e gli 8000 metri. La sua grande passione per le altissime quote gli ha permesso di salire molte delle montagne più belle e più alte del mondo. 

Da sempre ciò che attrae di più Luca nello scalare una cima non è tanto la performance sportivo/alpinistica in sé, quanto la sfida con se stesso: contro le proprie paure, i limiti mentali, le convinzioni che, se non vengono allenate e ben gestite, si trasformano in ostacoli insormontabili che compromettono la riuscita della salita.

Luca, cosa ti ha spinto ad accettare questa grande sfida insieme ad Andrea?
L’Everest è il sogno di ogni alpinista, che lo si realizzi o meno. È la montagna più alta del mondo e come tale rappresenta l’essenza dell’alpinismo, il punto di arrivo più alto in assoluto. Ho voluto condividere questa avventura con Andrea proprio per questo motivo: perché si può arrivare ovunque desideriamo o almeno provarci, se lo vogliamo davvero.

Non è la prima volta che accompagni Andrea in una spedizione. Insieme avete già salito un 7000.
Nel 2019 abbiamo salito Putha Hiunchuli, un settemila di 7246 metri che fa parte della catena montuosa del Dhaulagiri, nel cuore del Nepal Centrale, più precisamente nella regione del Dolpo. Ho conosciuto Andrea in quell’occasione: aveva questo grande sogno di salire un settemila. Per me è stata un’esperienza incredibile non solo dal punto di vista alpinistico, ma soprattutto umano: l’intesa con Andrea è stata perfetta fin da subito. L’esperienza del settemila insieme mi ha fatto capire ancora meglio quanto sia importante vedere le cose da più prospettive, perché solo così si trovano le soluzioni davvero giuste per ognuno di noi. Nessun timore, nessun limite, nessuna reticenza: solo la voglia di esplorare se stessi misurandosi con le proprie capacità, ma sempre preparandosi con metodo e determinazione.

Ciò che emerge in Andrea e che ci accomuna è l’amore fortissimo per la montagna e, di conseguenza, per la vita. Quindi, entrambi tendiamo ad associare alla montagna un percorso di vita che va vissuto con pienezza, con curiosità e con la voglia di scoprire continuamente cose nuove, sempre trovando strade alternative. Perché, di fronte ad ogni difficoltà, c’è sempre un piano b. Basta imboccare la strada giusta per arrivarci.

Obiettivo Everest: finalmente un sogno che si realizza per entrambi!
Il progetto Everest con Andrea, in cantiere da tre anni, è sicuramente molto ambizioso. Si tratta di una grande sfida che metterà alla prova la nostra volontà, le nostre capacità e la nostra resilienza. Oltre a legarmi in cordata con Andrea, in questo progetto ho il ruolo di Expedition Leader. Avrò quindi il compito di pianificare la spedizione negli aspetti burocratico, logistico e operativo e dovrò gestire il team. Dovrò, in pratica, fare in modo che ogni cosa funzioni al meglio per mettere Andrea nelle migliori condizioni e portare a termine il suo progetto.

Dietro noi alpinisti, infatti, sul campo c’è uno staff di persone con ruoli, mansioni e responsabilità molto importanti. La parte organizzativa della spedizione comprende diverse figure, quali: i corrispondenti dell’agenzia nepalese, gli Sherpa, i cuochi, i portatori, tutte figure con le quali dovrò interfacciarmi ogni giorno per fare in modo che le attività procedano secondo i piani, gestire eventuali imprevisti e prevenirne altri.

Oltre a gestire le problematiche e le relazioni nel team, un Expedition Leader deve essere in grado di far fronte ad un carico emotivo e di stress elevato, in questo caso amplificati dai fattori esterni come quota, freddo e fatica. Per me, quindi, ogni volta è una sfida nella sfida.

L’obiettivo che ci siamo posti io e Andrea é veramente importante e decisamente impegnativo. Dalla mia posso contare su una fortissima motivazione a dare il meglio di me, consapevole di essermi preparato al meglio per poter affrontare la montagna più alta del mondo.

Quanto conta il lavoro di squadra in progetti ambiziosi come questo?
È fondamentale. Il team ti protegge, ti motiva, ti ispira, ti aiuta a tenere la linea giusta da seguire. E ti invita a valutare tante altre opzioni che, se sei da solo, forse non riusciresti a prendere in considerazione. La squadra moltiplica le forze e i risultati, lo sostengo sempre con i ragazzi e le squadre che seguo nella mia veste di sport mental coach. E poi, squadra che vince non si cambia! Infatti, per la salita dell’Everest io e Andrea potremo contare sugli stessi Sherpa che ci hanno accompagnato in cima a Putha Hiunchuli.Luca Montanari Guida Alpina Everest

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