CANADA CLIMBING TRIP 2017 – II parte

BUGABOOS, secondo round!
I giorni a Golden sono stati divertenti e rilassanti. Ne abbiamo approfittato per riposare e per fare la vita da turisti “normali”, visitando i dintorni della cittadina e testando l’enogastronomia locale. Ma eravamo come i bambini al parco giochi, in attesa del prossimo giro di giostra sul meraviglioso parco delle Bugaboos.

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La seconda tappa ci ha portati nel cuore delle Spires. Abbiamo allestito la nostra tenda all’Applebee Camp, il campeggio situato 300 metri più in alto rispetto al Conrad Kain Hut. Qui, lo scenario è di quelli che tolgono potere all’immaginazione, perchè tutto ciò che uno scalatore desidera se lo ritrova, imponente e spiazzante, davanti agli occhi: la Big Wall dello Snowpatch Spire a sinistra, Bugaboo Spire al centro, Crescent Tower a destra con le Donkey’s Ears che svettano in alto. Più in fondo, massicce e bellissime, le Howsers Spire, un gruppo di tre imponenti montagne di granito, le più alte delle Bugaboo Spires. Per chi conosce le Alpi, sicuramente le Bugaboos ricordano molto l’ambiente del Monte Bianco con la differenza che, essendo intorno ai 3000 mt, non si patisce la quota!
snopatch bogaboos

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Il campo è pieno di tende: molti scalatori sono qui per la prima volta, altri sono dei frequentatori abituali, alcuni sono arrivati con l’intento di aprire nuove vie. Gente da tutto il mondo: Corea, Giappone, Australia, Messico, Ecuador, Cile, Spagna, Russia, Romania. Tanti alpinisti, ognuno con il proprio scopo: vivere quest’esperienza al massimo delle possibilità, , portare a termine un progetto, realizzare un obiettivo.

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Nei giorni della nostra seconda permanenza abbiamo scalato vie sulla Crescent Tower, corrispondenti alle cime Donkey’s Ears, King’s Lion e Central Tower.
Arrampicare su granito è molto particolare, sicuramente non il tipo di arrampicata a cui siamo abituati in Italia: la fessura richiede una tecnica di incastro di mani e piedi per un’arrampicata decisamente fisica e con un’ottima predisposizione dei piedi allo “spalmo”. E’ molto importante proteggere le mani fasciandole bene oppure indossando appositi guanti da fessura, che noi avevamo acquistato in Italia prima di partire. Invece, per le scarpette abbiamo patito un po’: troppo strette e “precise” le nostre (pur essendo quelle che adoperiamo solitamente per le vie lunghe), contro scarpette molto più morbide e rinforzate ai lati, proprio per permettere al piede di spalmare bene sulla parete, quasi di camminarci e, al contempo, incastrarlo nelle fessure. Provvederemo al prossimo giro! 🙂

central tower donkeys ears

JASPER, a caccia di orsi e falesie.
Dimenticarsi del resto del mondo per giorni e giorni, trascorrere intere giornate lasciando che il bioritmo si adegui pienamente allo scandire del giorno e della notte, addormentarsi nel tepore confortevole del sacco a pelo, risvegliarsi al rumore discreto dei fornelli che scaldano l’acqua per il the, abbandonare il telefono ed utilizzarlo solo per mandare un sms a casa per dire, semplicemente: qui tutto alla grande, qui tutto ok…volevamo una vacanza fuori dal mondo e sapevamo di aver fatto centro.
Di sicuro non ci siamo riposati: abbiamo dormito in tenda, percorso chilometri a piedi con zaini sempre carichi, passato ore ed ore in parete, percorso lunghi tratti in macchina.
Ma il ritmo a cui ci eravamo adeguati, scandito senza fretta e senza programmi, ci ha messi nelle condizioni di liberare la mente, goderci ogni attimo e dedicarci completamente a noi e alle vie che avevamo deciso di fare.
Dopo la nostra seconda tappa sulle Bugaboos, ci siamo diretti verso il parco di Jasper. Rispetto a Banff, Jasper è molto più piccola, meno rumorosa e fastosa: conta poco più di 5000 abitanti, che in inverno diventano 10.000. Situata sulle Montagne Rocciose Canadesi e lungo la valle del fiume Athabasca, in estate Jasper chiama a raccolta gli appassionati di trail e di hiking, grazie ai numerosi percorsi che offre, ma anche moltissimi ciclisti, grazie ad una fitta rete di percorsi ciclabili di diverse difficoltà che vanno dalla easy, alla moderate, alla difficult. Noi, che di chilometri su e giù per il Conrad Hut ne avevamo percorsi a sufficienza con carichi di quasi 30 kg a testa, di correre e pedalare non avevamo granché voglia. Ma di scalare sì, come sempre! Grazie alle indicazioni di alcuni ragazzi del posto, siamo andati sul sicuro e abbiamo arrampicato in alcune falesie della zona davvero scenografiche, con tiri bellissimi.
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Nascosta in un canyon che alimenta Medicine Lake, la zona di Watchtower custodisce una falesia del migliore calcare dei dintorni. Le vie si trovano su sei muri differenti, su entrambi i lati del torrente, vanno dal 6a all’8a ed hanno una lunghezza che va dai 20 ai 30 metri su pareti quasi tutte aggettanti. Il livello dell’acqua è piuttosto alto in primavera ma scende in estate, permettendo di arrampicare su tutte le pareti. Essendo un canyon, l’esposizione al sole cambia nell’arco della giornata, per cui è possibile arrampicare tutto il giorno seguendo le pareti in ombra.
Molto più datata, ma tenuta benissimo, è la falesia di Rock Gardens, una delle prime ad essere chiodate ed ancora oggi la più frequentata ed apprezzata. Le vie vanno dal 5b al 7c ed hanno una lunghezza che varia da 20 a 25 metri. Anche qui abbiamo arrampicato su calcare di ottima qualità, con vie bellissime e molto varie, dalla placca, ai diedri, agli strapiombi.

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Dopo qualche giorno di arrampicata, prima di partire nuovamente alla volta delle Bugaboos, abbiamo voluto “finire” le nostre braccia con una intensa sessione di canoeing nel bellissimo scenario di Maligne Lake, optando per la più impegnativa canadese al posto del kayak. Risultato: braccia over, ma li abbiamo superati tutti! 🙂

Ma non è finita qui! Pronti per il gran finale?

Arianna

 

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